Camminare, una rivoluzione

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Donzelli Editore, 2011 - Social Science - 149 pages
"Avviso ai lettori. Lasciate stare. Se cercate insegnamenti sul camminare all'ultima moda, con tanto di lezioni, corsi universitari e relativi professori, oppure sul camminare come cura di sé, o infine pagine e pagine di resoconti di camminate che si perdono invariabilmente tra il noioso, l'elegiaco o il paranoico, ripeto a scanso di equivoci: lasciate stare. Questo libro non fa per voi." Inizia così l'itinerario che Adriano Labbucci suggerisce al lettore e che del camminare si serve come di una bussola per percorrere un paesaggio insieme geografico e mentale, alla ricerca di punti di riferimento, alla scoperta di un modo diverso per impostare il nostro rapporto con gli altri e con il mondo che ci circonda. Al punto che camminare non solo è un'attività ormai poco praticata, ma spesso è anche guardata con sospetto e fastidio; un atteggiamento che può sfociare in frasi paradossali come questa: "Il pedone rimane il più grande ostacolo al libero fluire del traffico". Potrebbe sembrare una battuta di Woody Alien, ma in realtà è stata pronunciata da un gruppo di urbanisti consulenti del sindaco di Los Angeles: si tratta, scrive l'autore, dell'"espressione tragica e surreale di quel mondo capovolto che è il nostro."
 

Contents

Premessa Esistere è resistere
3
gesto più umano
7
Ora sai cosa sono le Itache
17
Festina lente
27
Imparare a lasciar andare
39
Camminare ci rende liberi
57
Chatwin e lalternativa nomade
65
Benjamin e il flâneur
77
Tristi epiloghi
87
Siamo liberi di camminare?
97
Una crosta di asfalto e cemento
113
Camminatori di tutto il mondo uniamoci
133
Copyright

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