La memoria delle parole: Luzi tra Eliot e Dante

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Il mulino, 2002 - Literary Criticism - 310 pages
Nel tentativo di entrare in quell'affascinante processo di rielaborazione dei testi altrui che la memoria del poeta opera quando scrive, l'autrice di questo libro applica in modo suggestivo il metodo dell'intertestualità partendo dal presupposto che uno studio su Mario Luzi e Dante non possa ridursi al rapporto esclusivo tra due scrittori e alla semplice schedatura di fonti dirette e indiscutibili. Merito dell'indagine è perciò di mostrare la complessità con cui la memoria del poeta riutilizza parole antiche, esaminando le reminiscenze non solo a livello linguistico-lessicale ma anche retorico-stilistico, storico-critico e gnoseologico. Per la prima volta nell'ambito della bibliografia critica su Luzi, le allusioni a Dante vengono studiate mostrando il loro intersecarsi con voci di altri poeti italiani e stranieri che spesso arricchiscono e complicano le risonanze intertestuali. Tra le numerose mediazioni individuate, uno spazio privilegiato è riservato a Thomas Stearns Eliot: viene approfondito il ruolo esercitato dal dantismo anglosassone nell'ambiente culturale circostante Mario Luzi per passare poi a puntuali analisi testuali che individuano corrispondenze e lontananze tra versi, parole, suoni. Tra i poeti fiorentini della terza generazione, Dante ed Eliot emergono così inedite intersezioni che contribuiscono a spiegare con nuove motivazioni (oltre a quelle politiche, storiche e sociali) il superamento dell'ermetismo che comincia nel secondo dopoguerra.

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Contents

Introduzione
9
oltre il fatalismo orfico
34
Parronchi e il visibile dantesco
57
Copyright

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