Lamento di Cecco da VarlungoPresso G. Ricci, 1817 - 230 pages |
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alcuni amanti Amor anco Annotazioni antichi appresso Avverto Baldovini Barberino Berni bettole Biscioni bocca Boccaccio Boccaccio Gior buon Cant Canz Canzone Ceppo ch'io chiama colla Contadinesco Contadini credo Dante Decamerone dice dire dissero donna Dottor esempi fece Fiera del Buonarruoti Fiorentino Firenze Firenzuola Francesco Francesco da Barberino Francesco Redi Frasca fregola Giovanni dalle Celle Girolamo Gigli Greci guisa Guittone Guittone d'Arezzo l'istesso l'uso lasciò Latini legge Lettere lingua Lorenzo Lorenzo Lippi luogo lupanare lupanari Malm Malmantile medesimo metatesi mihi Minucci Muratori mutazione Nencia nome osserva Osterie parlare parole Pausania Petrarca plebe Poeta presso pricolare pronunzia Proverbio pure quì quod ragione Rime riporta rozzi rustica Rusticali Salvini Sandra Scrittori senso sentimento simili Sonetto spiega STANZA talora Tancia Tancia At Teocrito Tertulliano tibi Toscani trova usato vale Varlungo vece Vedi verbo verso VIII Villani Vocab voci Volgar vuol Xandra Zuppa
Popular passages
Page 20 - ... dormire. Risvegliato ch'ei fu, visto un tal giuoco di gran danno potergli riuscire, stette sospeso, e risolvette poi viver per non guastare i fatti suoi.
Page 58 - l giorno 7 ch' al sol si scoloraro Per la pietà del suo Fattore i rai : Quand' i' fui preso , e non me ne guardai , Che i be...
Page 14 - Ch' e' chiede il manicar come un cristiano . Presi a questi dì arrieto anche un leprotto Laggiù nel me' bacio presso al pantano, E s...
Page lii - ORA. egro languiva, Alla crudel , che del suo duol ridea , Con rozze note in guisa tal dicea: Com' è possi voi mai , Sandra crudele , Che tu sia tanto a me nimica , e 'ngrata ? Che Diascol t' ho fatt' io , Bocchin di mele, Che tu siei si caparbia, e arrapinata?
Page 31 - 1 sol volge le 'nfiammate rote per dar luogo a la notte, onde discende da gli altissimi monti maggior l'ombra, l'avaro zappador l'arme riprende, e con parole e con alpestri note ogni gravezza del suo petto sgombra; e poi la mensa ingombra di povere vivande, simili a quelle ghiande le qua' fuggendo tutto '1 mondo onora.
Page 92 - Ma si lava alla fonte, e asciuga all' aria ; Queste sì son beltà vere e non finte, Come le vostre, o maschere dipinte. Avere i ricciolin fatti co' cenci, Ed appiccati i nei sopra la pelle, Che con la pece a viva forza stienci, Donne, non danvi titolo di belle : Anzi a mirarvi grande stizza vienci ; Che sotto avete un braccio di pianelle : Talchè i mariti hanno da far disegno D...
Page 14 - Damendua queste cose i' vo' mandarti, Visin me' dolce, canido e fiorito, E un dono anche del cuore i' vorrei farti ; Ma i' non l' ho piùe, che tu me l' hai carpito . So ben che gli è doviso in cento parti, E ch...
Page 18 - E perch' i' so' dal so bruciore infetto, Facciami il freddo tuo tutto agrezzare. Vien, morte, vieni, e per fornir la festa, Dammi della to falce in sulla testa. Addio, campi miei begli, addio terreno, Che dato m' hai da manicar tant' anni : Appoich' e' piace al Ciel, ch