Le croniche di Giovanni Sercambi, Lucchese, Issue 19 |
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adosso Agnello alcuno alquanti andò andònno apresso Arezzo arseno avea avendo bactagla bactere baroni Benedecto Camaiore castello cavalcò Charlo chavalieri chè chieza chome ciptà di Luccha ciptadini di Luccha colle combactere comsiglio comune di Firenza comune di Luccha comune di Pisa contado dapoi dicto anno dicto conte dicto imperadore dicto messer dienno diliberato diliberò diliberònno dinanti disfacto erano essendo facto fenno figluolo Fiorentini fiorini Firenza funno fusse fussero Garfagnana genti di Luccha genti di Pisa ghibellini gomfalonieri guelfi Guinigi gungno homini hoste imbasciata lassando Lucchesi Lucha magiore mandò marcheze mectere messer Bernabò messer Iacopo messer Iohanni messer Piero morio morti Motrone mperadore neuno Nicolao nimici nocte ogosto ongni Opizo pacti palagio papa Pietrasanta Pisani Pistoia pititione pogo populo di Luccha predicto pregioni preso quine quod raspanti romore Saminiato santo scomficti Sercambi signore socto soprascripto tale terra terreno di Luccha tornòro Toscana tractato tucto ΙΟ
Popular passages
Page xxi - Fioretto di Croniche degli imperadori: testo di lingua del buon secolo, ora per la prima volta pubblicato a cura di Leone del Prete.
Page 172 - ... dentro, chi piangeva i danni che per quello era stato seguito, chi si dolea della morte del padre e de' parenti, chi dell' avere ch' era stato tolto loro, chi delle violense, altri del dizonoramento delle donne, chi della fortuna che 30 tanto tempo l' avea comservato, chi si piglava piacere avendo vissuto tanto che quello potea calcare et disfare, intanto che li parea essere in nel secondo paradizo, chi dicea : omai non curo morte, poi che tal libertà ò veduta ; et essendoli la morte venu35...
Page 323 - Quel savio prete s' aprezentò al signore, E 'l suo compagno fuora rimanea. S' inginochiò per farli grand' onore, Segondo ch'al baron si convenia. E messer Bernabò si 'l prese allore, E la cappa di dosso trar volea, E minacciòlo a morte con spavente: Se vuoi scampar non favellar niente. Per la paura tremò più che fogla; La savia donna si misse a pregare.
Page 143 - l vostro officio. Et dipo' molte parole, tanto li seppe ben dire, che lui ritornò in nello officio ; et questo tornò molto danno alla ciptà di Luccha e a' ciptadini. 25 E avendo sentito Alderigo Interminelli chome il dicto Simone era impacciato ea pericolo del fuoco, posto che fusse fanciullo, n...
Page viii - ... agli altri miseri governi della miserissima Italia; e si può di tutte tre ripetere ciò che di Lucca scrisse un de' suoi, Salvatore Bongi, nel pubblicare di recente intero il Sercambi. « Una certa prudenza, che a noi in tanta mutazione di casi pare ignobile timidezza, consigliava a...
Page i - ISTITUTO STORICO ITALIANO FONTI PER LA STORIA D'ITALIA PUBBLICATE DALL'ISTITUTO STORICO ITALIANO SCRITTORI . SECOLO...
Page 215 - Et quello che lui prese, promettendo non metterlo in mano del signore di Padova, fecie il contrario; che quello alle mani del dicto signore venne (Cron.
Page 330 - Quel da Verona fa pianto e sospire, Messer Antonio, cho la sua gente Tucto di bruno si volse vestire. Quel da Ferrara ancora similemente. E que' gran pianti i' non potrei dire, 385 Che fe
Page 244 - CCCXXI. COME LA MORÌA FU IN LUCCHA E IN NEL CONTADO E ALTRO'. La divina bontà, vedendo che i ciptadini di Luccha e contadini erano in tanta discordia montati, non volendo lo libero albitrio alli homini ragionevoli tollere, lassando il dicernere lo bene dal male, et vedendo per tucto questo che in Luccha la discordia crescea & pogo giovava li antichi exempli, diliberò la sua 5 sapiensa, poi che non valea altro, almeno per la paura del divino iudicio, altri dal mal proposito mutar si dovesse.
Page 60 - ... religiosi sta fare e compuonere libri teologi e divini, coi quali si difenda la fede di Christo dalli heretici e scismatici...