Poesie1808 |
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Common terms and phrases
Acheronte affetti alfin allor alma amico Amor amplessi anco ARGIA ARISTODEMO Ascrea avea Aventino bella CAJO Cartago CESIRA ch'io chè chiome cielo ciglio CITTADINO colla colpa CORNELIA crin crudel crudo d'amor delitto diletto Dio fidando dolce dolor DRUSO Ecco Elisa empio Erebo EUMEO fatal ferite ferro fianco fiero figlio foco fronte fugge FULVIO furor GONIPPO Gracco grido guardo infelice intanto l'alma labbro Ladon lagrime Lascia LICINIA LISANDRO madre MANFREDI MATILDE meco medesmo Messene misero Monti morte Mugge nemico Nume occhi ODOARDO Oh dio OPIMIO orrendo pace padre PALAMEDE parla patria pensier perdona periglio petto piange pianto piè pietà pietoso plebe popolo prego pria pupille RIGO rimorsi sangue SCENA sdegno sembiante seno sento Signor sospiri Sparta spirto sposo stolta superbo sventure Taci terror tiranno tradimento trafitto trema UBALDO vedi vedrai veggo vendetta VINCENZO MONTI virtù virtude volto vuoi ZAMBRINO ΟΡΙΜΙΟ
Popular passages
Page 41 - E con quei serpi percotean le schiene E le fronti mortali, e fean, toccando Con gli arsi tizzi, ribollir le vene. Allora delle case infuriando Usclan le genti, e si fuggia smarrita Da tutti i petti la pietade in bando.
Page 102 - Oggi a calcar le nuvole giunse la tua virtute, e di natura stettero le leggi inerti e mute. Che più ti resta? Infrangere anche alla morte il telo, e della vita il nettare libar con Giove in cielo.
Page 137 - II ferreo sonno, né potrà quel sonno Lo sguardo estinguer che dagli occhi uscio. Cesserà il cuor di palpitarmi in petto, E il frale, che mi cinge, andrà nel turbo Della materia universal confuso; Ma incorruttibil dal- corporeo fango, Come raggio dall'onda emergeranne...
Page 92 - Impallidir su l'incantato solco, O sospirar con Psiche; Teco vien la pietà , teco il diletto, Teco eleganza ne' bei modi ardita , E quel che al cor si sente, e non s'imita, Parlar facondo e schietto.
Page 83 - Io per supremo Degli Dei beneficio in grembo nato Di questa bella Italia, Italia tutta Partecipe chiamai della romana Cittadinanza, e di serva la feci Libera e prima nazion del mondo. Voi, Romani, voi sommi incliti figli Di questa madre, nomerete or voi L'italiana libertà delitto?
Page 13 - Ecco dal suolo liberar la testa, scuoter le giubbe, e tutto uscir d'un salto il biondo imperator della foresta. Ecco la tigre e il leopardo in alto spiccarsi fuora della rotta bica, e fuggir nelle selve a salto a salto. Vedi sotto la zolla che l'implica divincolarsi il bue, che pigro e lento isviluppa le gran membra a fatica.
Page 45 - E a quel giusto simil , che fra' ladroni Perdonando spirava, ed eselamando, Padre, Padre , perchè tu m'abbandoni ? Per chi a morte lo tragge anch' ei pregando, II popol mio , dicea , che sì delira, E il mio spirto, Signor, ti raccomando. In questo dir con impeto e con ira Un degli spettri sospingendo il venne Sotto il taglio fatai...
Page 120 - Tutta in furor la tenerezza mia. Allor requie non trovo. Io m'alzo, e corro Forsennato pe' campi, e di lamenti Le caverne riempio, che dintorno Risponder sento con pietade. Allora Per dirupi m'è dolce inerpicarmi, E a traverso di folte irte boscaglie Aprir la via col petto, e del mio sangue Lasciarmi dietro rosseggianti i dumi.
Page 12 - Allor degli occhi lusinghiero incanto, Crebber le chiome ai boschi; e gli arbuscelli Grato stillar dalle cortecce il pianto; Allor dal monte corsero i ruscelli Mormorando, e la florida riviera Lambir freschi e scherzosi i venticelli. Tutta del suo bel manto Primavera Copria la terra: ma la vasta idea Del gran Fabbro, compita ancor non era. Di sua vaghezza inutile parca Lagnarsi il suolo; e con più bel desiro Sguardo e amor di viventi alme attendea.
Page 85 - Vieni del letto, ov' io sospiro, e vedi Di che lagrime amare io pianga ancora La tua partita, se laggiù ne' campi Del pacifico Eliso, ove tranquillo Godi il piacer della seconda vita, Se colà giunge il mio pregar...