Opere, Volumes 6-7

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N. Capurro, 1837
 

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Page 11 - PENTITO» RIME secondo l'edizione padovana degli «Eterei» [1567] [c.6lr] [I] Avean gli atti leggiadri e '1 vago aspetto già rotto il gelo ond'armò sdegno il core, e le vestigia de l'antico ardore conoscea già dentro al cangiato petto; e nutrir il mio mal prendea diletto 5 con l'esca dolce d'un soave errore, sì mi sforzava il lusinghiero Amore che s'avea ne...
Page 15 - Tasso, ma il gentiluomo damerino del cinquecento che di quando in quando fa capolino nel gran poeta: Amor, colei che verginella amai Doman credo veder novella sposa; Simil, se non m inganno, a còlta rosa Che spieghi il seno aperto a
Page 97 - Soavissimo bacio, del mio lungo servir con tanta fede dolcissima mercede! Felicissimo ardire de la man che vi tocca tutta tremante il delicato seno, mentre di bocca in bocca l'anima per dolcezza allor vien meno!
Page 79 - ... trovando compagnia. E son sicuro, che se colei,' » che così poco alla mia amorevolezza ha corrisposto, » in tale stato ed in tale afflizione mi vedesse, avrebbe
Page 55 - dal giudicio dei dotti e del mondo, e dal parere, non che « d'altri, di me stesso (il quale, se non annoverato fra' dotti, « non debbo almeno essere escluso dal mondo) è stata posta « sovra le chiome di quel vostro, a cui sarebbe più difficile « il torla, che non era il torre ad Ercole la mazza.
Page 9 - E voi de* fonti e de l' alpestri cime, Tessiam or care ghirlandette e belle A questa giovinetta peregrina; Voi di fronde e di fiori ed io di rime : E mentre io sua beltà lodo ed onoro, Cingete a Laura voi le trecce d' oro. Cingete a Laura voi le trecce d'oro De l'arboscello onde s'ha preso il nome O pur de
Page 83 - ... era mia intenzione di rimuoverla. . . . Nè questi miei novelli errori, dopo l'ultima mia partenza di Ferrara, mi dovrebbero essere imputati ; perciocchè chi vuole, che altri divenga forsennato, non si dee dolere, s'egli fra la disperazione di non poter fare le cose non possibili, e fra la confusione di tutte le cose e fra l'agitazione di mille speranze, o di mille sospetti, non può por freno o modo alla pazzia.
Page 42 - Lassai quel , eh' i' più bramo ; ed ho si avvezza La mente a contemplar sola costei, Ch'altro non vede; e ciò, che non è lei, Già per antica usanza odia e disprezza. In una valle chiusa d'ogni 'ntorno, Ch' è refrigerio de' sospir miei lassi , Giunsi sol con Amor, pensoso e tardo.
Page 193 - E una rosa sculta in. cera, Senza vezzi, senza odore, Che mentisce Primavera. Tu non parli , o Fille ? oimè '. Quel silenzio mi spaventa: È possibile che in te Qualche affetto non si senta? O che l'alma inebriata Dalla dolce voluttà , In un' estasi beata Tutta assorta se ne sta?
Page 90 - Cioè che trovandosi il buon Torquato un giorno in corte, dove era il duca Alfonso colle principesse estensi, accostatosi alla principessa Leonora, sorella d'esso duca, per rispondere ad una interrogazione di lei, e trasportato da un estro più che poetico, la baciò in volto. Allora il duca, ai cui occhi non fu nascosto quell'atto sì fuor di riga, da principe saggio rivolto a...

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