Capo d'Europa: romanzoUn breve romanzo storico di straordinaria concentrazione espressiva: storia di una ragazza che nell'aprile 1941 lascia l'Italia e approda a Lisbona alla ricerca di un visto per emigrare negli Stati Uniti; storia di un [sic] intellettuale (dai molti nomi, dalle molteplici esperienze e protagonista di vari amori e affetti) che, nel quadro dell'opposizione internazionale al nazifascismo e alla Shoah, coordina un'accidentata rete di espatrii; storia di un coro di profughi in cerca di pace; storia di una bambina alla quale la libertà si presenta come sinonimo di felicità. Capo d'Europa, narrazione commossa e straziante di origine autobiografica, è soprattutto la storia di una donna che, coinvolta nella tradizionale diaspora ebraica, prende coscienza della storia e delle relative battaglie democratiche. Il romanzo, incorniciato in un'epoca e in uno scenario con perseguitati in fuga, traffici di spie ed azioni di guerra, riprende il tema classico dell'esilio e della ricerca della terra promessa: la sua intrigante atmosfera allarmata richiama quella di "Casablanca" di Curtiz; il suo linguaggio inquieto ed allusivo ha la stessa intensità e coerenza di quello di "L'amico ritrovato" di Uhlman; il suo intreccio regge il confronto con la trama romanzesca di "Visto di transito" della Seghers; mentre la sottigliezza psicologica - prticolarmente incisiva nel descrivere caratteri femminili - ribadisce il personalissimo talento narrativo di Angela Bianchini, rivelatosi con "Il lungo equinozio" e di recente confermato con "La ragazza in nero". [Fonte: 4. di sovraccop. (trascriz. integr. a cura di G.M.). - Genere: Fiction storica (Premio Strega)]. |
Other editions - View all
Common terms and phrases
abbastanza acacie aggiunse alcune allora altre America anzi appena arrivare avesse avrebbe Balalaika bassa Bell bene bianco bisogno c'era cameriere capelli capito carte casa cercando certo chiamava chiese città colori conosceva continuava conto Credo davanti davvero diceva dietro dire disse diversa documenti domandò ebbe ebrei Elisabeth erano faceva famiglia fare fece figlia fondo fosse Francia Gabrielle gente giorni grandi guardò guerra invece Italia Juan l'aveva lasciare Lisbona lungo Mademoiselle madre mano mare mente mesi mezzo momento New York nome nuovo occhi ormai osservò pareva parlava parole partenza passato pensò persone piazze piccolo pochi poco porta portoghese posto poteva pranzo preoccupazione professore proprio quattro quei ragazza ricordi Ruben sala sapeva sarebbe Schwarz scuola sedia sembrava sentiva sera siamo signore silenzio sistemato soltanto sorriso sorta spalle stava tavolo terra testa tornare troppo trovò vano vedere veniva vento vero verso vicino viso visto vivere voleva volta volte