La solitudine dei numeri primiAlice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci. È una mattina di nebbia fitta, lei ha freddo e il latte della colazione le pesa sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, nascosta nella nebbia, se la fa addosso. Per la vergogna decide di scendere a valle da sola, ma finisce fuori pista, spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canalone innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela. La presenza costante della sorella umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei. Per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia decide di lasciare Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e di Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze, così profondamente segnate, si incroceranno e i due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Questo romanzo è la storia dolorosa e commovente di Alice e di Mattia, e dei personaggi che li affiancano nel loro percorso. Paolo Giordano tocca con sguardo lucido e profondo, con una scrittura di sorprendente fermezza e maturità, una materia che brucia per le sue implicazioni emotive. E regala ai lettori un romanzo capace di scuotere per come alterna momenti di durezza e di spietata tensione a scene più rarefatte e di trattenuta emozione, piene di sconsolata tenerezza e di tenace speranza. |
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Alberto Alice pensò all’altra alzò amorcito appena appoggiò aprì arrivata attimo avanti avrebbe avvicinò bacio bagno Balossino bocca braccia c’era capelli caramella casa cercò chiese chiuse Ciao cintura di sicurezza corridoio Crozza cucina D’istinto davvero Denis dietro dita domandò dov’era erano Fabio faceva fare fece Alice fianco foglio foto fotografia fronte gambe Giada giorno giro guance indietro infilò jeans l’acqua l’altro l’aria l’aveva l’avrebbe l’hai l’ho l’indice l’unica labbra lasciò letto logopedista macchina madre mamma mangiare mano Mattia annuì Mattia guardò Mattia pensò melanzana Michela Michela guardò millimetro mise n’era Nadia nell’altra nell’aria nulla nuovo occhi Okay padre pancia passo pelle pensiero piatto piccola piedi porta prese punto ragazza respiro rimase rispose riusciva rumore sapeva sarebbe scatto scivolò scosse la testa scrollò le spalle sedia seggiovia sembrava sentì silenzio skilift skipass Soledad sollevò sorrise stanza stava stomaco tassametro tatuaggio tavolo tirò tornare trovò un’altra uscì verso Viola volte vuoto