L'Orlando furioso di Lodovico Ariosto. ...Presso Lefevre, Librajo, strada de l'Eperon, n. 6., 1839 |
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abbia Africa Agramante ajuto Albano alcun Almonio altra amor anco appresso Argeo arme Astolfo avea avean avria Bajardo battaglia bella biasmo Bradamante Brandimarte buon caccia CANTO XXXI cavalier cavallo ciel Circasso Clodion colla compagnia Corebo costei crudel destrier dice dicea donna donzella Doralice Durindana ebbe ebbon elmo eran facea Falanto fece ferito foco Francia fretta Frontino fuggir furor gente giorno giostra Gradasso gran grida guerrier Guidon indi innanzi Ippalca Isabella istoria lancia lascia levò lito loco LXVI LXXII Malagigi Mandricardo Marfisa medesmo Medor monte morir morte mostra notte occhi Orlando Pagan paladin palafreno periglio petto piglia poco prieghi Quivi resta Ricciardetto Rinaldo ritrovar Rodomonte ronzin Ruggier Saracin scudo seco sella signor spada Tartaro tenea terra tolto torna tosto trovò uscir vede veder vegga venire venne vide volse vuol XXXI XXXVI Zerbin
Popular passages
Page 179 - Angelica e Medor con cento nodi legati insieme, e in .cento lochi vede. Quante lettere son, tanti son chiodi coi quali Amore il cor gli punge e fiede. Va col pensier cercando in mille modi non creder quel ch'ai suo dispetto crede: ch'altra Angelica sia, creder si sforza, ch'abbia scritto il suo nome in quella scorza. Poi dice : e Conosco io pur queste note : di tal' io n'ho tante vedute e lette.
Page 168 - E senza indugio e senza altro rispetto corre al suo caro amante, e il collo abbraccia; e non può trar parola fuor del petto, ma di lacrime il sen bagna e la faccia. Orlando attento all'amoroso affetto, senza che più chiarezza se gli faccia, vide a tutti gl'indizii manifesto ch'altri esser, che Zerbin, non potea questo.
Page 11 - Alcun non può saper da chi sia amato, quando felice in su la ruota siede; però ch'ha i veri ei finti amici a lato, che mostran tutti una medesma fede. Se poi si cangia in tristo il lieto stato, volta la turba adulatrice il piede; e quel che di cor ama riman forte, et ama il suo signor dopo la morte.
Page 11 - Et onde era venuto si ravvia, E torna di sua morte in su la traccia, • Ode i cavalli ei gridi tuttavia, E la nimica voce che minaccia: All'ultimo ode il suo Medoro, e vede Che tra molti a cavallo è solo a piede.
Page 357 - Passi, chi vuoi, tre carte o quattro, senza leggerne verso, e chi pur legger vuole, gli dia quella medesima credenza che si suoi dare a finzioni ea fole. Ma tornando al dir nostro, poi ch'udienza apparecchiata vide a sue parole, e darsi luogo incontra al cavalliero, così l'istoria incominciò l'ostiero.
Page 11 - Zerbin, ch'era il capitano loro, non potè a questo aver più pazienza. Con ira e con furor venne a Medoro, dicendo: — Ne farai tu penitenza. — Stese la mano in quella chioma d'oro, e strascinollo a sé con violenza: ma come gli occhi a quel bel volto mise gli ne venne pietade, e non l'uccise. Il giovinetto si rivolse a...
Page 191 - Varii gli effetti son, ma la pazzia è tutt'una però, che li fa uscire. Gli è come una gran selva, ove la via conviene a forza, a chi vi va, fallire : chi su, chi ghì, chi qua, chi là travia. Per concludere in somma, io vi vo' dire : a chi in amor s'invecchia, oltr'ogni pena, si convengono i ceppi e la catena.
Page 180 - Ma sempre più raccende e più rinuova, quanto spenger più cerca, il rio sospetto: come l'incauto augel che si ritrova in ragna o in visco aver dato di petto, quanto più batte l'ale e più si prova di disbrigar, più vi si lega stretto.
Page 182 - ... et ogni volta in mezzo il petto afflitto stringersi il cor sentia con fredda mano. Rimase al fin con gli occhi e con la mente fissi nel sasso, al sasso indifferente.
Page 183 - Così veggiàn restar l'acqua nel vase, che largo il ventre e la bocca abbia stretta; che nel voltar che si fa in su la base, l'umor che vorria uscir, tanto s'affretta, e ne l'angusta via tanto s'intrica, ch'a goccia a goccia fuore esce a fatica.