Ultimo incontro a DresdaGennaio 1945. Venti chili di denti d’oro cuciti in un pastrano militare e un passaporto che reca la scritta Jüdin sono il viatico di una giovane donna austriaca in fuga da Auschwitz. Nel gelo dell’ultimo inverno di guerra, colei che ebrea non è, ma si fa scudo di quel passaporto, percorre un’Europa in macerie, tra città distrutte, popolazioni affamate e un esercito nazista spesso inconsapevole della fine ormai prossima. Polonia, Cecoslovacchia, Vienna... e infine Genova, da cui, grazie a una rete di solidarietà al limite tra la pietà cristiana e la complicità fra correligionari, riuscirà a imbarcarsi per l’Argentina. Therese Feldkirch (alias Taube Fischbein) vuole ricostruirsi una vita in questo nuovo paese, così diverso dal suo. Abita nella pensione di Frau Dorsch, ma nessuno degli altri ospiti, emigranti come lei, sa come abbia fatto a lasciare l’Europa. Perché questa donna ha alle spalle un passato infamante, e molti anni dopo solo le domande innocenti di suo figlio Federico riusciranno a impedire che lei lo dimentichi e lo seppellisca per sempre. E sarà proprio lui, ormai adulto, a chiudere il cerchio di questa vita segreta in un ultimo, sorprendente incontro. Edgardo Cozarinsky ci racconta la saga di una famiglia qualunque, i cui singoli membri, travolti dalle vicende della Storia, assumono l’ambiguo ruolo di vittima e insieme di carnefice, sullo sfondo dell’orrore che ha macchiato il Novecento. |
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