Propugnatore: studii filologici, storici e bibliografici di varii soci della Commissione pe'testi di lingua, Volume 14

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G. Romagnoli, 1881 - Italian literature
 

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Page 339 - aer senza stelle ; Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche, e suon di man con elle, Facevano un tumulto il qual s'aggira Sempre' n quell' aria senza tempo tinta, Come la rena quando' I turbo spira. Quell' inudito fortuito e strano accozzamento di varj suoni, di diverse
Page 409 - Spirilo ed acqua fessi; e, con angoscia, Per la bocca e per gli occhi usci dal petto. Non a caso, come si vedrà, rammento queste analogie, non oziosamente. Fuggito è ogni augel, che' 1 caldo segue, Dal paese d'Europa, che non perde Le sette stelle gelide unquemai; E gli altri
Page 236 - est. Or se, 1' Anima di Dante, che conteneva in sé quella idea di monarchia perfettissima, detta da lui Beatrice, [ — « La » gloriosa donna della mia mente, la quale fu chiamata da » molti Beatrice, li quali non sapevano che si chiamare. > (Vita Nuova) — « Quella Beatrice beata, che vive in cielo con » gli angeli, e in terra colla mia anima. » — « Amore vera
Page 422 - Pigliandole anzi terza, Con esse passerei vespro e le squille; E non sarei pietoso né cortese, Anzi farei com' orso, quando scherza; E, se Amor me ne sferza, Io mi vendicherei di più di mille; Ei suoi begli occhi, ond' escon le faville, Che m'infiammano il cor , ch'io
Page 422 - io per sua bellezza corro. Che tanto da nel sol quanto nel rezzo, Questa scherana micidiale e latra. Ohimè! perché non latra Per me, com'io per lei, nel caldo borro) Che tosto griderei : — « Io vi soccorro. > — E farei volentier, siccome quegli, Che, ne' biondi capegli, Ch'Amor per consumarmi increspa e dora, Metterei mano e sazierémi allora. Il
Page 416 - Cosi nel mio parlar voglio esser aspro, Com' è negli atti questa bella pietra; La quale ognora impetra Maggior durezza e più natura cruda E veste sua persona d'un diaspro Tal, che per lui e perch*ella s'arretra, Non esce di faretra Saetta, che giammai la colga ignuda. Cotanto del mio mal par che si prezzi
Page 409 - memoria, da queste e da altre immagini della Canzona, i versi, ne' quali Dante si rappresenta lagrimoso per le rampogne della Beatrice: Si come neve, tra le vive travi Per lo dosso d'Italia si congela, Soffiata e stretta dalli venti schiavi; Poi, liquefatta, in sé stessa trapela, Pur che la terra, che perde ombra, spiri, Si che par fuoco fonder la candela; Cosi
Page 333 - di teologia, di dritto. Allora è che il venerando ed inimitabile Dante grida : O voi, che avete gl'intelletti sani, Mirate la dottrina che s'asconde Sotto il velame degli versi strani. Già si conosce, che i poemi d'Omero, di Virgilio e Tasso non si prestano alla virtù
Page 419 - cose. Lo peso, che m'affonda, È tal, che non potrebbe adeguar rima. Ahi! angosciosa e dispietata lima, Che, sordamente, la mia vita scemi, Perché non ti ritemi Rodermi così il core a scorza a scorza, Com' io di dire altrui chi ten da forza ? Il
Page 410 - asconde Se non se in pino, lauro od abete Od in alcun, che sua verdura serba. E tanto è la stagion forte ed acerba, Ch' ammorta gli fioretti per le piagge, Gli quai non possono tollerar la brina; E I' amorosa spina Amor però di cor non la mi

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