La stanza vuota"La storia raccontata nelle pagine che seguono è la mia, ma qualunque persona sola avrebbe potuto scrivere un resoconto simile. È uno stato d'animo, ho scoperto, che ha qualcosa di universale, che affligge individui delle età più diverse, che colpisce in egual misura uomini e donne." Emily White sta parlando della solitudine, uno "stato d'animo" con cui deve fare i conti fin da quando era bambina e viveva in un ambiente in cui rimaneva troppo tempo da sola. Diventata adulta, benché molto impegnata nel suo lavoro di avvocato, sostenuta dalla famiglia e da qualche buon amico, si trova a passare la maggior parte delle serate e i fine settimana in preda a una sensazione di profonda solitudine che l'annichilisce. Non importa quanta gente abbia intorno: la sua mancanza di senso di appartenenza, di un forte spirito di gruppo e di comunità la blocca in un isolamento che si rivela essere il frutto di una forma di malattia, di un problema psicologico a pieno titolo. Una malattia, la solitudine cronica, che Emily White decide di affrontare, convinta che solo tracciandone un profilo preciso sia possibile superarla. Per questo si sottopone a sedute terapeutiche, contatta su Internet altre persone sole di cui raccoglie al telefono le toccanti testimonianze, parla con gli esperti del settore, studia tutta la letteratura esistente sull'argomento e i risultati delle ricerche scientifiche dedicate a questa "malattia" sempre più diffusa ma ancora troppo ignorata. Pochi sono disposti ad ammettere di soffrire di solitudine, quasi fosse qualcosa di cui provare vergogna, per cui sentirsi in colpa. "Non c'è bisogno di questo silenzio. Non c'è nulla di sbagliato nella solitudine ed è necessario cominciare a riconoscerlo attraverso una discussione più ampia e aperta." Uscire dalla solitudine ridefinisce - con l'apporto delle teorie scientifiche e la personale esperienza dell'autrice - il modo di guardare alla solitudine e aiuta chi ne soffre a considerare il proprio stato sotto una luce totalmente diversa, consegnandoci alla fine un messaggio di speranza. |
Contents
Section 1 | |
Section 2 | |
Section 3 | |
Section 4 | |
Section 5 | |
Section 6 | |
Section 7 | |
Section 8 | |
Section 9 | |
Section 10 | |
Section 11 | |
Section 12 | |
Section 13 | |
Common terms and phrases
abilità sociali afar affrontare all’epoca all’inizio all’interno amici anticorpi attività avessi avrei bisogno blog c’era Cacioppo cambiamenti cercare cheaveva chela solitudine chemi chenon chesi compagnia comportamento condizione conla considerare contatto conversazione d’animo dall’altra Danielle dasola dauna davvero dell’isolamento dell’Università dellasolitudine depressione dice diessere disturbi diuna diventare emotivo erano eraun èun Facebook faceva fare fundraiser genetica Genevieve gente giorno gruppo ilmio incui individui iniziando Internet inun John Prine l’idea l’impressione l’isolamento l’unica lamia lasolitudine lavoro legami lepersone livello Loneliness maggiore matrimoni omosessuali misentivo nonavere nonera nonsi parlare parole partecipanti passare pensare percezione periodo personalità persone personesole peruna piuttosto possibilità possono potuto probabilmente problema programma proprio psicologi punto rapporti interpersonali Regno Unito relazione reti sociali ricercatori risultati riuscivo Robert Weiss sarebbe sembrava semplicemente senon sensazione di isolamento senso sensodi sentivo settimana sistema immunitario situazione socializzazione solitaria solitudine cronica soltanto stava stress studenti Toronto trovare UCLA un’altra valutazione vedere