Il comento alla Divina commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Volume 2G. Laterza, 1918 |
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accioché adoperare adunque alcuna altra animo appare appresso assai avanti avea avendo aver avuto buon canto cerchio certo chiamato ciascuno cielo cittá coloro colpa colui comincia conoscere continuo corpo costui cotali credere Creti Cristo dannati dato dice dimostra dire disiderio divina domanda donna Enea erano essendo esso fare fatica fece figliuolo filosofia forza fosse furono gente giudicio giustizia gran Grecia Iddio infino insieme intendere intorno l'altre l'autore l'uno lasciò legge libro lungamente luogo maestro maggior mandato mano mare medesimo mente miseria moglie mondo morire morte nome nomina occhi oltre onore opera padre pare parlare parole passati peccato pena percioché piena poco poeti porta possa posto potere preso puniti quegli quivi ragione ricevuto sapere Scritti scrive segue sentire Servio signore similmente spezie terra terza testa tormento torno trovato ucciso uomo vedere venire vero verso Virgilio vivere vizio vogliono volendo volta volte vuole
Popular passages
Page 111 - Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: vanno a vicenda ciascuna al giudizio; dicono e odono, e poi son giù volte. « O tu che vieni al doloroso ospizio...
Page 145 - Lancialotto come amor lo strinse: soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso esser baciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante...
Page 182 - Ed egli a me: Ritorna a tua scienza, Che vuoi, quanto la cosa è più perfetta, Più senta il bene, e così la doglienza, 109. Tuttoché questa gente maledetta In vera perfezion giammai non vada, Di là, più che di qua, essere aspetta.
Page 143 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai : Francesca , i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi : al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette Amore Che conosceste i dubbiosi desiri?
Page 138 - Madonna, quegli è colui che dee esser vostro marito ; e cosi si credea la buona femmina, di che madonna Francesca incontanente in lui pose l'animo e l'amor suo. E fatto poi artificiosamente il contratto delle sponsalizie, e andatane la donna a Rimino, non s'avvide prima...
Page 265 - ... gli riebbe, le, parole le quali fa dire a Ciacco, non si può sostenere, se quello è vero che per i due superiori si racconta, che Dino di messer Lambertuccio n...
Page 263 - ... tempi era famosissimo dicitore in rima, il cui nome fu Dino di messer Lambertuccio Frescobaldi; il qual Dino, essendogli maravigliosamente piaciuti, e avendone a più suoi amici fatta copia, conoscendo...
Page 174 - Per la (orza di tal, che testé piaggia ». Dicesi appo i fiorentini colui « piaggiare », il quale mostra di voler quello che egli non vuole, o di che egli non si cura che avvenga: la qual cosa vogliono alcuni in questa discordia de
Page 264 - Firenze fu tutto uno; e però se l'autore si partì all'ora premostrata, come poteva egli avere scritto questo? E non solamente questo, ma un canto più. Certa cosa è, che Dante non avea spirito profetico, per lo quale egli potesse prevedere e scrivere: ea me pare esser molto certo, che egli scrisse ciò che Ciacco disse poichè fu avvenuto; e però mal si conformano le parole di costoro con quello che mostra essere stato. Se forse alcun volesse dire, l'autore dopo la partita de...
Page 139 - Gianni, il quale avea già alzato il braccio con lo stocco in mano, e tutto si gravava sopra il colpo; avvenne quello che egli non avrebbe voluto, cioè che prima passò lo stocco il petto della donna, che egli aggiugnesse a Polo.