Il pastor fido: tragicommedi pastorale

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Dalla Società Tipografica de' Classici Italiani, 1807 - Italian drama - 520 pages
 

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Popular passages

Page 155 - Ben è soave cosa quel bacio che si prende da una vermiglia e delicata rosa di bella guancia. E pur chi 'l vero intende, com' intendete vui, avventurosi amanti che 'l provate, dirà che quello è morto bacio, a cui la baciata beltà bacio non rende.
Page 494 - Al feritor giungeva: Ed ella, in atto ritrosetta e schiva, Mostrava di fuggire, Per incontrar più dolcemente il colpo: E lasciò in dubbio se quel bacio fosse O rapito o donato: Con sì mirabil arte Fu conceduto e tolto: e quel soave Mostrarsene ritrosa , Era un no che voleva; un atto misto Di rapina e d...
Page 145 - I' ti prometto la fede mia di non fuggir. SATIRO. Qual fede, perfidissima femmina? ancor osi parlar meco di fede? I' vo' condurti ne la più spaventevole caverna di questo monte, ove non giunga mai raggio di sol, non che vestigio umano. Del resto non ti parlo; il sentirai. Farò con mio diletto e con tuo scorno quello strazio di te, che meritasti. CORISCA. Puoi tu dunque, crudele, a questa chioma che ti legò già il core, a questo volto che fu già il tuo diletto, a questa un tempo più...
Page 218 - Eh! i' mi morrei ben prima. Mirtillo Come l'oro nel foco, così la fede nel dolor s'affina, Corisca mia, né può senza fierezza dimostrar sua possanza amorosa invincibile costanza. Questo solo mi resta, fra tanti affanni miei, dolce conforto. Arda pur sempre o mora o languisca il cor mio, a lui fien lievi pene per sì bella cagion pianti e sospiri, strazio, pene, tormenti, esilio e morte, pur che prima la vita, che questa fé, si scioglia, ch'assai peggio di morte è il cangiar voglia.
Page 83 - E così l'un destin coll'altro giostra? O, non ben forse ancor doma e conquisa, Folle umana speranza Di porre assedio alla superna chiostra ! Rubella al ciel si mostra, Ed arma, quasi nuovi empi giganti, Amanti e non amanti?
Page 52 - Beata, e felicissima Corisca. Ed in quel punto in me sorge un talento Verso di lui sì dolce, e sì gentile, Che di seguirlo, e di pregarlo ancora, E di scoprirgli il cor prendo consiglio; Che più? così mi stimola il desio, Che se potessi alhor l'adorerei. Da l'altra parte, i mi risento, e dico: Un ritroso?
Page 146 - Eccomi a' piedi tuoi. Se mai t' offesi, idolo del mio cor, perdon ti cheggio. Per queste nerborute e sovraumane tue ginocchia ch'abbraccio, a cui m'inchino; per quello amor che mi portasti un tempo; per quella soavissima dolcezza che trar solevi già dagli occhi miei, che tue stelle chiamavi, or son duo fonti; per queste amare lagrime, ti prego, abbi pietà di me, lasciami omai.
Page 65 - ... ella i sospiri, gli apre subito il core e nel tenero sen riceve amore; e se vergogna il cela, o temenza l'affrcna, la misera, tacendo, per soverchio desio tutta si strugge. Così manca beltà, se '1 foco dura, e, perdendo stagion, perde ventura *. MONTANO. Titiro, fa...
Page 434 - A quel che teco parla, non sol si rassomiglia, ma quegli a punto è desso; e' mi par quello stesso ch'era vent'anni già, ch'un pelo solo non ha canuto, ed io son tutto bianco. MONTANO. Tornatevi in disparte; e tu qui meco resta, Dameta, e dimmi : conosci tu costui? DAMETA. Mi par di sì, ma dove già non so dirti, o come. CARINO. Or io di tutto ben ricordar farollo. MONTANO.
Page 356 - O bellissimo scoglio18, già da l'onda e dal vento de le lagrime mie, de' miei sospiri sì spesso invan percosso, è pur ver che tu spiri " e che senti pietate? O pur m'inganno? Ma sii tu pure o petto molle o marmo, già non vo...

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