Aretino: oder Dialog über Malerei

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W. Braümuller, 1871 - Painting - 118 pages
 

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Page 70 - Che ritraesse l' ombre ei tratti, ch' ivi Mirar farieno ogn' ingegno sottile ? Morti li morti, ei vivi parean vivi. Non vide me' di me chi vide il vero, Quant' io calcai fin che chinato givi.
Page 16 - ... nostri dì, o sono ora, Leonardo, Andrea Mantegna, Gian Bellino, duo Dossi, e quel ch'a par sculpe e colora, Michel, più che mortale, Angel divino; Bastiano, Rafael, Tizian, ch'onora non men Cador, che quei Venezia e Urbino; e gli altri di cui tal l'opra si vede, qual...
Page 16 - Che spinse i corpi e dipoi l' opre loro) Sempre starà, fin che si legga e scriva, Mercé de gli scrittori, al mondo viva : E quei che furo a' nostri di, o sono ora, Leonardo, Andrea Mantegna, Gian Bellino, Duo Dossi, e quel ch...
Page 47 - Venetam Neptunus in undis Stare urbem et toto ponere jura mari. Nunc mihi Tarpejas quantumvis Jupiter arces Objice et illa tui moenia Martis, ait, Si Pelago Tybrim prsefers, urbem aspice utramque, 1 1 lau l homines dicas, hanc posuisse deos.
Page viii - L'Aretino. Nel quale si ragiona della dignità di essa pittura e di tutte le parti necessarie, che a perfetto pittore si acconvengono.
Page 75 - Da poi ch'io ottenni da Papa Clemente la libertà di Marc'antonio Bolognese, il quale era in prigione per avere intagliato in rame i XVI modi etc., mi venne volontà di veder le figure, cagione che le querele Gibertine esclamavano che il buon vertuoso si crocifiggesse; e vistele, fui tocco da lo spirto che mosse Giulio Romano a disegnarle. E perché i poeti e gli scultori antichi e moderni sogliono scrivere e scolpire alcuna volta per trastullo de l'ingegno cose lascive, come nel palazzo...
Page 80 - Stanze di Messer Angelo Politiano cominciate per la Giostra del Magnifico Giuliano di Piero de Medici.
Page 90 - Castelfranco, non gli piacendo in tutto il detto modo di fare, cominciò a dare alle sue opere più morbidezza e maggiore rilievo con bella maniera; usando nondimeno di cacciarsi avanti le cose vive e naturali, e di contrafarle quanto sapeva il meglio con i colori, e macchiarle con le tinte crude e dolci, secondo che il vivo mostrava, senza far disegno...
Page 37 - Eaphaëlis imago Picta manu, curas allevat usque meas. Huic ego delicias facio, arrideoque jocorque, Alloquor, et tanquam reddere verba queat, Assensu nutuque mihi saepe illa videtur Dicere velle aliquid, et tua verba loqui ; Agnoscit, balboque patrem puer ore salutat : Hoc solor longos decipioque dies.
Page 44 - Jungere si velit, et varias inducere plumas Undique collatis membris, ut turpiter atrum Desinat in piscem mulier formosa superne, Spectatum admissi risum teneatis, amici...

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