Opere edite e inedite ..

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Guigoni, 1863 - 797 pages
 

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Popular passages

Page 719 - che sempre il miglior geme : Ed è questo del seme. Per più dolor. del popol senza legge, Al qual, come si legge, MARIO aperse si '1 fianco , Che memoria dell'opra anco non langue ; Quando, assetato e stanco, Non più bevve del fiume acqua che sangue. PETRARCA. AI LETTORI. i. Dalla preziosa amicizia di GB Niccolini è stato conceduto alle nostre preghiere il dare alla luce questa nuova tragedia
Page 442 - fede l'uno all'altro, e pensato che gli uomini da bene voglin, prima che tutte le altre cose, il bene della Patria loro, e non ricuoprono i loro appetiti con dire di far quello che fanno per non poter far meglio. Nondimeno io ho speranza che un de' meglio informati del vero s
Page 375 - non solo ricupererebbe la sua antica libertà, ma la si goderebbe in eterno con tutte quelle grazie e felicità, che al popolo fiorentino erano state da Dio per la bocca di lui profetate e promesse E trovavano molti i quali per la semplicità le credevano, e molti che per astuzia facevano le viste di
Page 574 - Rivederla mai più, corro alla tomba Che m'addita il dolor: farà la morte Del mio nome un rimorso; avrà la terra Infausto esempio di tradito amore, E l'immagine mia sarà terrore. TERESA Misera me! che ascolto! io nella tomba Ti seguirò.... Ma delirai!... che dissi?.... MATILDE Ami: celarlo è vano.... TERESA Oh Dio, perdona
Page 379 - Se svelli un ramo, L'altro risorge dalla pianta augusta Che principi vi die. « II cardinale (Cybo) lasciatolo quivi solo a passeggiare, entrò nella Pratica, e servendosi per principio di quei duo versi di Virgilio del sesto libro dell'Eneida, cominciò, come gli era stato insegnato: Primo avulso non deficit alter
Page 546 - l'Italia, altri sorrise! Serve Filippo in trono, e parte alcuna Non ha di re; ma il Castiglian superbo, Questo eroe del servaggio, espugnar gode Ogni libera gente, e dar catene Allo stesso pensiero. Italia giace Dall' armi, e più da' suoi costumi oppressa; Nulla ritien degli avi, e tutto apprese
Page 546 - odio esultò, che non perdona, Quando l'eroe nel lacrimato avello Portò i fati d'Europa, e le speranze. La repubblica nostra allor Bedmaro Abolire sperò; ma in sua difesa Vegliò il senno dei Dieci, e fu delusa L'orrida trama. E noto a voi che questa Roma dell' Ocean, colle sue fiamme L'onde soggette
Page 382 - preziosi, che la valuta loro ascendeva a un prezzo, che non si sarebbe così agevolmente potuto stimare ; e tutte le migliori cose, come si vide allora e come s'intese poi, furono portate qual palesemente, qual di nascoso, in casa il sig. Alessandro Vitelli. » — Varchi, Storie, lib. XV. ATTO TERZO. SCENA I. Pag.
Page 604 - Entro i silenzj dell' età codarda; E vide Italia impallidir tiranni, E lo schiavo arrossir : ma poi che vinse II consiglio peggiore, a me fu dolce Errar sui monti dell' elvezia terra, Ed in mezzo ai suoi geli, e alla severa Maestà dell'indomita natura, Sentir la libertade, esule antica Dell'aer dolce
Page 556 - soggetti Argomenti dai vizj. Evvi un servaggio Senza ritorte e sangue; una prudente Tirannia che perdona ed avvilisce; Dal cor ti fura ogni viril pensiero II vile esempio di potenti inerti, Che corrompe ed opprime; e le sue turpi Voluttà senza gioia all'umil volgo Son fatica o rossore. Ahi! l'uom talora Destar puoi coi

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