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quella che si dice per tôrre scandolo, e fare grande utile al prossimo, senza danno d'altri. E quando si giura la bugia avvedutamente, è mortale, contro al secondo comandamento; e quando, senza giurarla, si dice in danno grande del prossimo, temporale o spirituale, ancora è mortale; o quando è cosa contra l'onore di Dio, e contra la dottrina della Fede.

Nono comandamento è, non desiderare la moglie del prossimo tuo. E qui si comprende ogni pensiero o desiderio carnale di lussuria, deliberato, fuori della sua compagnia, se è accompagnato per via di matrimonio. E imperocchè il demonio non dorme, e al primo parente Adamo, dopo il peccato della inobbedienza commesso, gli fu detto in figura: « La terra producerà spine e triboli, bene ancora lavorandola »>; la terra del cuor nostro, da sè, non può producere se non spine e male erbe di cattive cogitazioni e desiderii. E quanto a' primi movimenti, non è in nostra podestà; ma possiamo bene, e dobbiamo resistere a essi, che non vadino più oltre, ciò è, al consentimento di ragione; o farci dimoranza volontariamente, poichè indi l'anima perirebbe, perdendo la divina grazia. Dove, resistendovi virilmente, e subito discacciando tali pensieri cattivi, si acquista una corona in paradiso, e grande.

Il decimo e ultimo si è, di non desiderare la roba d'altri; ciò è, di averla per modo di peccato, e di furto, o rapina, o usura, o altro modo indebito. Questi dieci comandamenti osserva, e nelle opere della misericordia cerca di esercitarti.

ISTRUZIONE

E

CONFORTI CRISTIANI

I.

Mistero della Incarnazione.

E il Verbo è fatto carne », molto

spesso si canta nella Chiesa, nella devotissima solennità della natività di Gesù Cristo; e in che modo il Verbo eterno sia nato dalla Mente paterna ab eterno. Non corporalmente, come nasce l'uomo del padre suo; ma come nasce il verbo, ciò è il concetto nostro mentale, dall'intelletto nostro. San Giovanni non disse: In principio, ciò è, nel Padre eterno, era il Figliuolo; acciocchè pensassi questa eterna natività, simile all'umana. Ma disse: « In principio era il

Verbo »; però che spiritualmente, come il verbo mentale, essendo la sapienza del Padre. E però che sempre ab eterno ebbe ed ha la sapienza, e il Verbo suo Figliuolo. « In eterno, o Signore, è teco il tuo Verbo », canta il Salmista. Come il sole corruttibile, subito che fu, produsse il suo splendore; e se il sole fosse eterno, il suo splendore sarebbe coeterno.

Questa verità pienamente e chiaramente intendere, è premio dei beati, e quando perverremo, se saremo di quelli, alla patria superna. Ma di qua stando, creder quello senza dubbio possiamo e dobbiamo, ma non intendere. Dice Santo Ambrogio: « Pônti il dito alla bocca, tu a domandare, e io, scrivendo, parlare. Non è lecito scrutare tanto misterio. È debito di credere che è così, ma non cercare in che modo è così». E similmente, che il Verbo eterno, figliuolo di Dio, vero Iddio, sia fatto carne, ciò è uomo, creder debbi; ma il modo di questa unione intender di quà non siamo capaci.

Non intendere però e non credere, che il Verbo sia convertito e mutato in uomo, come l'acqua si converte in vino: però che Iddio, essendo incommutabile, non si può convertire in alcuna cosa. Ma, servata la proprietà della natura divina e quella della umana, si unirono insieme in una persona: Cristo Gesù. Come, per esempio, dice

Atanasiò, nel Simbolo suo, l'anima nostra si unisce col corpo naturale nostro, in una persona. Non però che la divinità del Verbo sia forma dell'assunta nostra umanità, come l'anima è forma del corpo. E quella umanità comprende l'anima di Cristo, di nuovo allora creata, in quello medesimo istante o punto, che la Vergine disse: « Ecco l'ancella del Signore, sia fatto in me secondo il tuo Verbo! » Conceputa della sustanza della Vergine purissima la carne, e subito organizzato quel corpo in tutti i membri suoi, fu infusa l'anima, e « ripiena di ogni grazia e di ogni sapienza », dice esso Evangelista Giovanni. Ma la ragione perchè, essendo il Verbo incarnato, e unito coll'anima e col corpo, non fece menzione dell'anima, ma solo della carne, dicendo: « E il Verbo fu fatto carne »; questo è per mostrare la sua infinita benignità e degnazione. Quasi dicesse: Tanta è stata grande la sua carità, che si è degnato non solamente di pigliare o unirsi coll'anima nostra, la quale ha alcuna similitudine con Dio, in quanto ch'è spirituale, non materiale; ma eziandio si è unito il Verbo eterno Iddio con la nostra carne mortale, la quale è molto rimota dalla sua simiglianza.

In Cristo Gesù adunque erano due nature, o vero sustanze distinte, in una persona. Era la natura divina, e la natura umana; come sono nell'uomo

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